CASTELFERRETTI Qualità e fantasia salgono sempre al potere con Riccardo Rango. Quando il 25enne
centrocampista è sceso in campo la sinfonia suonata dal centrocampo della Castelfrettese si è rivelata sempre
soave. L’unico limite va individuato in qualche infortunio di troppo che ha limitato il suo utilizzo, specie nel
girone di ritorno, togliendo a mister Bugari una pedina di fondamentale importanza nei meccanismi del gioco
biancorosso.
Riccardo, cosa hai provato quando la Promozione è diventata realtà?
«Una grande soddisfazione. A inizio stagione in pochi si sarebbero aspettati un simile traguardo, però fin da
subito sono emerse organizzazione della società, competenza dello staff tecnico e forza del gruppo. Col
trascorrere delle giornate è aumentata in noi giocatori la consapevolezza di poter arrivare a questo obiettivo e
fortunatamente siamo riusciti ad arrivare primi».
Le fondamenta erano state poste la scorsa stagione?
«Sì perché eravamo reduci da un ottimo campionato, in cui avevamo mantenuto a lungo il comando subendo
una flessione nel finale. Siamo ripartiti dal quarto posto e dalla delusione provata per l’eliminazione al primo
turno dei playoff con un organico rinforzato e più ricco di alternative. Decisivo è stato il gruppo numeroso
che ci ha dato l’opportunità di organizzare gli allenamenti con intensità e di provare al meglio diverse
situazioni che si sarebbero presentate in partita».
Come giudichi il livello del campionato?
«Molto competitivo e molto più tosto rispetto all’anno scorso. Lo si è visto soprattutto nelle partite contro
formazioni che si sono giocate la salvezza fino all’ultima giornata. Ogni sfida è stata difficile, soprattutto
nella seconda parte della stagione dove i punti pesavano tanto perché tutti avevano obiettivi concreti da
raggiungere. La concorrenza era davvero elevata e non eravamo i favoriti, ma continuità e rosa lunga ci
hanno premiato».
Quanto ti pesava stare fuori?
«Sono partito molto bene e mi sentivo in forma, poi ho accusato diversi infortuni che mi hanno impedito di
allenarmi e giocare con continuità. Per fortuna quest’anno grazie alla presenza di tanti ragazzi di qualità
siamo riusciti a tenere il livello delle prestazioni sempre alto, anche quando accusavamo diverse assenze.
L’unico rimpianto che ho è quello di non aver dato nella seconda parte della stagione un contributo prezioso
ai compagni, ma l’importante è che abbiamo tagliato il traguardo prefissato».
Come ti sei trovato con mister Bugari e il suo staff?
«Molto bene. Dalla preparazione precampionato avevo capito che l’organizzazione sarebbe stata di livello
superiore, vista la presenza di figure molto professionali come il prof Simonetti, il vice Mattia Principi e i
preparatori dei portieri Gambadori e Bachieca, senza dimenticare il fisioterapista Magistrelli che ha avuto un
ruolo determinante. Questa struttura ci ha aiutato a consolidare la mentalità, indispensabile per vincere
partite su partite. Il mister e i suoi collaboratori ci hanno aiutato a credere nei nostri mezzi».
E con i compagni?
«Nonostante il gruppo fosse molto rinnovato, il legame instauratosi da subito tra noi è stato notevole. Con la
maggior parte dei ragazzi ci frequentiamo anche fuori dal campo e ci sentiamo quotidianamente: il gruppo ha
rappresentato la nostra forza».
Da tre anni sei alla Castelfrettese: come ti trovi in questa realtà?
«Quando arrivai qui nel 2020 avevo un po’ di timore, ma sono stato subito accolto benissimo. Mi sento
perfettamente a mio agio in un ambiente molto positivo, presieduto da Augusto Bonacci e composto da tanti
dirigenti che non fanno mancare nulla a noi giocatori».
Dove sei nato calcisticamente?
«Nel Palombina Vecchia dove ho iniziato a cinque anni svolgendo l’intera trafila, a parte una parentesi alla
Falconarese, in cui ho debuttato in prima squadra. Nella mia crescita hanno avuto un ruolo rilevante gli
allenatori Leonardo Agostinelli, che mi ha insegnato tanto, e Cristiano Cristiani, che mi ha lanciato coi
grandi. Tra i compagni più forti con cui ho giocato cito Davide Montagnoli, arrivato in C con l’Ancona, Luca
Bartolini, attuale punto di forza della Vigor, e Federico Giantomasi, altro ex Vigor».
Hai voglia di affrontare la nuova avventura in Promozione?
«Assolutamente sì. Sono partito dalla Seconda Categoria e dopo due anni di Prima, grazie alla Castelfrettese
che mi ha dato l’opportunità di crescere, non vedo l’ora di confrontarmi con un campionato che non ho mai
disputato».

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