CASTELFERRETTI Da calciatore è stato il bomber più prolifico nella storia dei frogs con 198 gol segnati tra Eccellenza e Prima Categoria. Da responsabile dell’area tecnica rappresenta un caposaldo del club del presidente Bonacci, al quale assicura un contributo notevole di competenza e professionalità tanto nell’ambito della prima squadra quanto nel contesto del settore giovanile. Quando si tratta di Castelfrettese è impossibile non parlare di Marco Principi, il popolare Carota, da sempre vicino ai colori biancorossi.

Marco, dopo nove anni si torna in Promozione…

«Quando è finita la partita contro il Monserra, che ci ha regalato la certezza del primato, mi sono emozionato per quello che abbiamo realizzato e per il modo in cui lo abbiamo conquistato. Dopo tanti anni di passione e di sacrifici possiamo esultare. Nel 2019 eravamo precipitati in Seconda Categoria, ma con l’avvento della nuova società siamo risorti e abbiamo messo le basi per tornare su palcoscenici più consoni alla nostra storia».

Credevi di raggiungere il traguardo già quest’anno?

«Sinceramente ritengo che lo abbiamo raggiunto prima del previsto. Quest’anno il campionato era molto difficile e livellato verso l’alto per la presenza di autentici squadroni, come Filottranese e Sassoferrato Genga, e di tante altre realtà organizzate: penso al Borgo Minonna, che rappresenta ormai una certezza di competitività, a Staffolo, Montemarciano e Monserra, reduci dai playoff disputati la scorsa stagione, senza tralasciare il Chiaravalle che ha battuto le prime tre della classe e si è qualificato con merito ai playoff. Siamo stati più forti di tutti grazie alla caparbietà di tutte le componenti».

Insieme al resto della dirigenza hai puntato forte su mister Bugari: scommessa vinta…

«Con Yuri ci conosciamo da tempo. Ci siamo sfidati più volte da giocatori e nella sua precedente esperienza da allenatore-giocatore alla Castelfrettese aveva compiuto un miracolo ereditando la squadra all’ultimo posto e conducendola a una miracolosa salvezza. Apprezzo molto il suo modo di allenare meticoloso e professionale. Ha creato uno staff di livello con il prof Simonetti, il vice Mattia Principi, i preparatori dei portieri Gambadori e Bachieca e il fisioterapista Magistrelli. Il lavoro ha pagato».

La profondità della rosa ha fatto la differenza?

«Ne sono sicuro. In queste categorie non servono grandi nomi, ma voglia e lo spirito di sacrificio. Il gruppo è alla base dei successi, il bel gioco e tutto il resto vengono di conseguenza». 

Il cuore biancorosso pulsa in te e in diverse componenti…

«A parte qualche parentesi in altre realtà ho questi colori cuciti addosso. L’abbraccio col capitano Mattia Fratesi al termine della gara di Monserra è stato emblematico: ci siamo detti cose che rimarranno tra noi e che mi regalano ancora brividi. Con lui e Michele Quercetti ho un rapporto particolare di stima e amicizia, come con Mattia Principi. Non dimentico Samuele Gambadori, con cui abbiamo combattuto tante battaglie in campo, né Maurizio Bachieca, tornato dopo tanti anni. Tutti insieme abbiamo riportato la Castelfrettese dove merita».

Sei anche allenatore nel settore giovanile: come sta crescendo il movimento?

«Cinque anni fa non esisteva più nulla. Siamo ripartiti grazie alla caparbietà di Renzo Amagliani e di Danilo Cantarini: da 45 ragazzini siamo arrivati a 142. Stiamo facendo bene e il nostro obiettivo è quello di inserire tra qualche anno diversi elementi in prima squadra, formandoli in primis come uomini e trasmettendo loro senso di appartenenza alla società».

L’avvento in Promozione sarà un trampolino di lancio per il vivaio?

«Il passaggio andrà meritato, ma abbiamo ragazzi che nel tempo, compiendo sacrifici e mettendosi a disposizione dell’allenatore, possono aspirare al grande salto. Lavoriamo alacremente per portare quanti più prospetti possibili in prima squadra».

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