CASTELFERRETTI A soli 21 anni è uno dei baluardi della Castelfrettese in lotta per il primato nel girone B di Prima Categoria. Sulle orme del padre Gianluca, tra i protagonisti degli anni d’oro in Interregionale, il difensore Valerio Lucchetti sta disputando un’altra stagione di alto livello dopo essersi messo in evidenza lo scorso campionato, quando risultò uno dei più costanti per rendimento.

Valerio, cosa rappresenta per te questa maglia?

«Vivendo a Castelferretti e avendo iniziato a giocare qui nel settore giovanile, sono molto legato al biancorosso. Mio padre Gianluca mi ha trasmesso la passione per il calcio e quando da piccolino entrai per la prima volta al Fioretti, per accompagnare i giocatori della prima squadra all’ingresso in campo, rimasi subito affascinato da questo stadio. Volevo giocare con la squadra del mio paese e ho raggiunto l’obiettivo. La Prima Categoria le sta stretta per i trascorsi che vanta e vorrei contribuire a riportarla nei palcoscenici che merita».

Dove sei cresciuto calcisticamente?

«Dopo la trafila svolta con la Castelfrettese dai Piccoli Amici fino agli Allievi, militai per due stagioni nella Recanatese, dove disputai il campionato Juniores Nazionale e venni aggregato alla prima squadra in Serie D, prima con mister Alessandrini, poi con Giampaolo. La prima vera avventura in prima squadra fu con la Biagio Nazzaro in Eccellenza nel 2021, ma durò pochi mesi perché venne interrotta a causa della pandemia».

Quali allenatori ti hanno lasciato di più nel percorso calcistico?

«A livello giovanile Olivio Tittarelli, con cui ho mosso i primi passi. Sono cresciuto notevolmente alla Recanatese con Gianluca Dottori che mi ha insegnato nuovi concetti, soprattutto relativi alla fase difensiva. Devo molto anche a Lorenzo Togni che mi ha dato fiducia alla Castelfrettese, tanto da aver saltato solo una gara».

Quali compagni ti hanno aiutato a migliorare?

«Alla Recanatese ricordo il capitano Alex Nodari, un esempio da seguire in campo e fuori. Era un leader e tirava sempre il gruppo, in allenamento e in partita. In quel gruppo c’erano altri giocatori top come Pera e Borrelli, anche se i loro ruoli erano diversi dal mio».

Come ti trovi con lo staff di mister Bugari?

«Benissimo perché ho ritrovato metodologie da categoria superiore. Gli allenamenti intensi ci permettono di avere una condizione atletica e fisica ottimale e la preparazione scrupolosa durante la settimana aiuta il collettivo e i singoli ad arrivare preparati alle partite. Nulla viene lasciato al caso».

E con gli altri giocatori?

«I nuovi arrivati si sono inseriti benissimo: sono giocatori forti che hanno innalzato il livello tecnico anche in allenamento. Con i vari Lungarini, Perna e Gabrielli ci conosciamo da anni avendo giocato insieme nelle giovanili, mentre con Alessandro Mazzarini e Ortolani ci frequentiamo con assiduità fuori dal campo. Tutti insieme formiamo un grande gruppo».

Come giudichi il lavoro della società?

«Abbiamo la fortuna di contare su persone competenti e appassionate che non ci fanno mai mancare nulla. il presidente Bonacci ha sempre avuto stima di me e conoscendo bene mio padre ha voluto fortemente riportarmi alla Castelfrettese. Ricordo che due estati fa, incontrandolo casualmente in banca, mi espose un progetto che mi convinse subito. Avevo l’opportunità di giocare in Eccellenza o Promozione, ma scelsi di scendere in Prima Categoria per trovare continuità e per crescere insieme a una società motivata a tornare in categorie più consone alla sua tradizione».

Quali sono le partite più belle che hai giocato?

«Difficile dimenticare lo scontro diretto di domenica scorsa con la Filottranese, vinto di fronte a una cornice di pubblico fantastica, difficile da vedere persino in Serie D. Mi hanno emozionato anche una sfida per lo scudetto Juniores Nazionale, giocata con la Recanatese, e un’amichevole estiva contro l’Anconitana, disputata con la prima squadra leopardiana. Il calcio sa regalare belle emozioni».

E nella vita di tutti i giorni cosa fai?

«Oltre a giocare a calcio, frequento la facoltà di Scienze forestali e ambientali e lavoro al Conad di Falconara. Gli impegni non mancano e conciliarli non è semplice, ma mi aiutano a stare sempre sul pezzo».

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