CASTELFERRETTI Il motore del centrocampo della Castelfrettese, laureatasi campione d’inverno nelgirone B di Prima Categoria, è Leonardo Bartolini. Il 22enne centrocampista di Camerata Picena, arrivato in biancorosso negli ultimi mesi del 2019, si è subito ritagliato un ruolo da protagonista assoluto nella zona nevralgica di mister Bugari abbinando corsa, temperamento e qualità e indossando in diverse partite la fascia
simbolica di vicecapitano.
Leonardo, cosa rappresenta per te la maglia biancorossa?
«Significa tanto perché alla Castelfrettese ho svolto la trafila nel settore giovanile fino ai Giovanissimi, prima di militare per un anno e mezzo al Fano e per due stagioni alla Jesina. Sono contento dell’importanza e della fiducia che mi hanno dato la società e gli allenatori che si sono avvicendati in questi tre anni e mezzo. Qui mi sento a casa e fino a quando indosserò questi colori darò tutto me stesso per onorarli».
Quali mister ti hanno lasciato di più nel percorso calcistico?
«Daniele Bedetti, che mi ha allenato alla Juniores Nazionale della Jesina, e Lorenzo Togni, che mi ha sempre dato importanza e responsabilità nelle stagioni alla Castelfrettese. Nella sfida di sabato contro la Sampaolese lo rivedrò con piacere: ho un buon rapporto con lui, oltre a stima reciproca».
Adesso come ti trovi con Bugari?
«È un piacere allenarsi con un tecnico così preparato e con le altre figure dello staff che rappresentano un lusso per la Prima Categoria. Noi giocatori abbiamo tutto quello di cui abbiamo bisogno e dobbiamo solo pensare a mettere in pratica in partita il lavoro che svolgiamo durante la settimana».
E con i compagni di squadra?
«Alcuni li frequento anche fuori dal campo, a partire da Cerioni, Lungarini e Tommaso Mazzarini. Con diversi sono cresciuto insieme dalle giovanili e abbiamo un rapporto consolidato. I nuovi arrivati si sono integrati alla perfezione nel gruppo che ha nell’unità, nella compattezza e nello star bene insieme i suoi capisaldi».
Dove può arrivare la Castelfrettese?
«Vorremmo stare in alto, anche se la concorrenza è qualificata e il campionato molto più competitivo rispetto alla scorsa stagione. Ci sono tante squadre forti: su tutte Filottranese e Sassoferrato Genga che c’azzeccano poco con la Prima Categoria, ma siamo forti anche noi».
Qual è il vostro valore aggiunto?
«L’organizzazione della società che ha una struttura da categoria superiore e ha compiuto molti passi avanti rispetto al passato. Al resto contribuisce la qualità dello staff tecnico».
Da quali giocatori hai cercato di prendere esempio quando hai militato in categorie superiori?
«Ricordo i centrocampisti Bordo e Bontà alla Jesina. Si vedeva che avevano un’altra marcia e non a caso entrambi giocano oggi tra i professionisti: il primo all’Arzignano, il secondo al Gubbio».
Quali sono le partite che non dimenticherai?
«La prima panchina in Serie D con la Jesina: perdemmo sotto la neve in uno stadio prestigioso come quello de L’Aquila, ma fu una bella emozione. Esaltante pure la sfida playoff nella Juniores Nazionale leoncella contro la Fermana».
In cosa devi migliorare?
«Nella finalizzazione della manovra. In Seconda Categoria, campionato che mi servì tanto per crescere, segnai quattro reti. La scorsa stagione in Prima una sola, quest’anno sono ancora a digiuno. Devo crescere molto sotto questo aspetto. Il mio ruolo preferito? Con mister Bugari mi sono adattato diverse volte da laterale sinistro, ma prediligo agire da mezzala destra o sinistra perché mi sento più libero di svariare».
Cosa fai nella vita di tutti i giorni?
«Studio tecniche di radiologia. Sono al terzo anno e conto di finire tra pochi mesi».

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