CASTELFERRETTI Un assist per il vantaggio firmato da Parasecoli e un rigore conquistato per il
raddoppio firmato da Beta. Nel 2-0 con cui la Castelfrettese ha superato sabato scorso il Villa Musone risulta
evidente l’impronta dell’esperto attaccante Eros Paniconi (33 anni), arrivato a fine ottobre in maglia
biancorossa e al debutto dal primo minuto dopo le apparizioni entrando nel finale contro Colle 2006, Staffolo
e Borgo Minonna.
Eros, cosa hai provato nell’indossare la maglia da titolare?
«Una forte emozione perché vengo da quasi due anni d’inattività tra Covid e infortuni a menisco e sperone
calcaneare. Sono contento che, nonostante la lunga inattività, la società abbia creduto in me e che mister
Bugari mi abbia concesso un’opportunità. Più di tutto sono felice per il ritorno alla vittoria della squadra
dopo tre partite».
Quanto hai sofferto nel restare così a lungo lontano dal rettangolo verde?
«È stato molto difficile perché ogni volta che provavo a rientrare c’era una complicazione. Ero a terra
moralmente, tanto da pensare di smettere di giocare a calcio. L’appoggio e l’aiuto di compagni di squadra e
di vita, come Alessandro Rosi e Erik Marini, mi hanno restituito fiducia: grazie a loro sono uscito dal tunnel.
Adesso mi sento bene e sono tornato a dimostrare quanto valgo».
Dove sei cresciuto calcisticamente?
«Nel Victoria Brugnetto, dove ho iniziato a tirare i primi calci al pallone. A livello giovanile ho fatto i
Giovanissimi Nazionali all’Ancona, gli Allievi Nazionali al Fano e la Berretti alla Vis Pesaro. Nel 2006
debuttai in Serie D con il Fano, lanciato da mister Mirco Omiccioli».
Quali esperienze ricordi con maggior piacere?
«Quella dal 2007 al 2009 alla Vigor Senigallia, dove segnai diversi gol da under in Eccellenza e avrei potuto
effettuare il salto in palcoscenici importanti se un infortunio non mi avesse frenato. E quella dal 2012 al 2016
al Miciulli Senigallia. Decisi di mettermi in gioco scendendo in Seconda, categoria mai fatta in vita mia, e
vincemmo due campionati arrivando in Promozione. Oltre a quelli, ne ho vinti altri due di Prima Categoria:
con il Marotta nel 2011 e con il Mondolfo nel 2017».
Quali allenatori ti hanno lasciato di più?
«Gilda Giuliani che mi valorizzò alla Vigor. E Fefi Goldoni che ritrovai da mister al Miciulli dopo averci
giocato insieme da calciatore e con il quale instaurai un rapporto di stima reciproca, amore e odio».
Qual è la partita più bella che hai disputato?
«Essendo fermo da quasi due anni non ricordo quelle precedenti. Quindi dico quella contro il Villa Musone
per la scarica d’adrenalina che mi ha dato e le prossime perché posso e voglio dare tanto».
Come ti trovi alla Castelfrettese che ha puntato su di te?
«Ho trovato una società organizzata e presente a ogni singolo allenamento con tanti rappresentanti, dal
presidente al magazziniere. Sta facendo le cose molto bene, in maniera organizzata e a noi giocatori non fa
mai mancare nulla».
E con lo staff di Bugari?
«Con il prof Glauco Simonetti mi ero già allenato in passato e non ha rappresentato una novità. Il mister ha
maturato esperienze ad alti livelli e si vede che è molto preparato, come i suoi collaboratori Mattia Principi e
Samuele Gambadori. Gli allenamenti sono intensi e senza tempi morti».
Che gruppo hai trovato?
«Con diversi compagni avevo condiviso esperienze negli anni scorsi e li conoscevo, vedi Rosi, Marini,
Rocchi, Baldelli e Beta. Con gli altri è stato molto facile integrarsi. Mi hanno accolto benissimo facendomi
subito sentire uno di loro, a partire dal più giovane di tutti, Tommaso Ortolani, che mi ha sempre incitato a
non mollare».
Dove potete arrivare?
«Non serve guardare adesso la classifica. Il campionato è molto strano: basta poco per trovarsi in difficoltà e
allo stesso tempo con una serie di vittorie si può volare. L’obiettivo è quello di fare meglio dell’anno scorso:
ci aspettano tre mesi di fuoco e lì si vedrà dove possiamo arrivare».

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