CASTELFERRETTI Il ritorno in Promozione dopo nove anni d’assenza ha generato emozioni particolari in Walter Principi, da 39 stagioni presente nella stanza dei bottoni della Castelfrettese con ruoli di rilievo. Vissuta l’epopea della società biancorossa, l’attuale vicepresidente non si è demoralizzato nei periodi cupi risultando tra i principali artefici del progetto di risalita verso palcoscenici più consoni alla tradizione dopo la retrocessione in Seconda Categoria, datata 2019.

Walter, cosa provi nell’aver contribuito a riportare il club in Promozione?

«Una grande soddisfazione. Ho vissuto gli anni dell’Interregionale e dell’Eccellenza e ogni campionato vinto ha avuto il suo fascino. Quest’ultimo però lo sento mio più di tutti gli altri perché ho dato un’idea precisa. Abbiamo ottenuto quello che ci eravamo prefissati quattro anni fa, quando toccammo il fondo. La Promozione è una categoria adatta a una realtà come la nostra».

Due trionfi negli ultimi tre campionati disputati: il percorso di risalita è stato accelerato…

«Sfiorammo la Promozione anche la scorsa stagione, ma non eravamo ancora pronti per il salto. Quest’anno l’abbiamo studiata a tavolino, organizzandoci a fondo sapendo che sarebbe stato molto più difficile primeggiare nel girone B di Prima Categoria, vista la presenza di compagini attrezzate, vedi Filottranese e Sassoferrato Genga. Noi però avevamo un’arma in più: il cuore. Abbiamo vinto grazie alla sinergia perfetta tra la società, staff tecnico e giocatori».

Dopo otto anni hai ritrovato Bugari alla guida della Castelfrettese: qual è il tuo giudizio sul mister?

«Da allenatore-giocatore, Yuri aveva già fatto un miracolo otto anni fa, rilevando la squadra nel finale del girone d’andata all’ultimo posto in Prima Categoria e conducendola alla salvezza grazie a una splendida rimonta. Adesso l’ho ritrovato molto più maturo e preparato: ha preteso tanto dalla dirigenza, ottenendolo, e lui a sua volta ha dato moltissimo a società e squadra. L’intero staff tecnico ha lavorato bene sotto tutti gli aspetti. La rosa presentava il giusto mix tra giocatori d’esperienza e giovani interessanti: il fatto di essere in 28, tutti all’altezza, ha determinato la differenza».

Il tuo feeling con Bonacci è consolidato…

«Con Augusto ci lega un’amicizia profonda che va oltre il calcio. Lui è un vincente perché ha competenza e non lascia nulla al caso. Lo conosco alla perfezione e sapevo che sarebbe stato il presidente adatto per risollevarci. Ha vinto da giocatore, da allenatore e da direttore sportivo e non avevo dubbi che avrebbe fatto benissimo da presidente perché riesce a coinvolgere tutti. Attorno a lui si è creato un gruppo non di dirigenti, ma di veri amici. Questa empatia e questa condivisione d’idee ha portato serenità all’interno della società».

Quanto conta la presenza, in ruoli diversi, di autentiche bandiere come tuo figlio Mattia, oltre a Marco Principi, Gambadori, Fratesi e Quercetti?

«Ho un’immagine emblematica in mente: l’esultanza di capitan Fratesi al termine del match di sabato contro il Monserra. L’ho vista come una liberazione. Si sentivano quasi come responsabili della caduta della Castelfrettese, ma la colpa non era certo la loro perché le partivano dalla società, rea di non aver fatto abbastanza per evitare le retrocessioni. Mi fa piacere che attorno a questa rinascita ci siano figure che esultano dopo aver lavorato a fondo per riportare in alto i colori biancorossi».

Da settembre la Castelfrettese giocherà di nuovo Promozione…

«Senza nulla togliere alle rivali di Prima Categoria, che hanno dato vita a un campionato molto competitivo, mi mancavano certe sfide con realtà che vantano una storia notevole alle spalle, come Biagio Nazzaro, Fabriano Cerreto e Marina. Il livello si alzerà notevolmente, ma sono convinto che con questa mentalità faremo bene anche al piano di sopra».

Qual è il prossimo obiettivo?

«Coinvolgere completamente il paese come un tempo. Vent’anni fa era più facile, adesso ci sono tanti interessi. Nelle ultime partite ho visto una partecipazione superiore che deve rappresentare la base sulla quale ripartire. La Festa dei Ragazzi, che riproporremo in estate, sarà l’incentivo per riempire di nuovo il Fioretti».

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