CASTELFERRETTI Pendolino della fascia sinistra e istruttore di giovani calciatori. Fornisce un contributo
prezioso ai colori biancorossi sotto molteplici aspetti Yuri Cerioni, 21 anni, da due stagioni pedina
importante della prima squadra come difensore e del vivaio dell’Up Castelfrettese come collaboratore
tecnico.
Yuri, quale dei due ruoli ti gratifica di più?
«Entrambi regalano soddisfazioni. Mi piace giocare e allo stesso tempo trasmettere determinati concetti e
valori ai bambini. Sono istruttore dei Pulcini classi 2013 e 2014 e, nonostante la grande responsabilità nel
gestire gruppi così piccoli, provo sensazioni uniche nel percepire i loro miglioramenti giorno dopo giorno e
nel vedere l’affetto che mostrano nei miei confronti quando capita di incontrarli nella vita di tutti i giorni».
Da calciatore quale contributo ti senti di dare alla Castelfrettese?
«Considerato che nel 2021 non giocammo a causa del Covid, sono solo alla seconda stagione in prima
squadra, e ho ancora tanto da imparare. Con mister Togni è stato molto formativo lo scorso campionato, in
cui rimanemmo a lungo in vetta accusando però un calo nel finale. Quest’anno sto migliorando
ulteriormente».
Descrivici il tuo percorso calcistico…
«Sono cresciuto nelle giovanili della Castelfrettese prima di approdare all’Ancona, dove ho disputato
Giovanissimi e Allievi Nazionali. Ho poi militato tre anni a Marina, giocando nella Juniores Regionale e
collezionando diverse panchine in Eccellenza con la prima squadra. Dal 2021 sono tornato in biancorosso».
Quali allenatori ti hanno lasciato di più?
«Ad Ancona mi hanno dato tanto Lorenzo Giagnolini e il suo staff che avevano metodologie all’avanguardia,
usando addirittura i droni. A Marina mi ha forgiato sotto il profilo della mentalità Marco Arno che aveva
impresso alla squadra un senso di professionalità difficile da trovare in una Juniores. Lottammo fino
all’ultimo con la Vigor Senigallia per il primato crescendo tanto sotto ogni punto di vista».
Come ti trovi con Bugari?
«Non posso chiedere di meglio. Il mister è molto preparato, come tutte le figure che compongono il suo staff
e a noi calciatori non può che far piacere allenarsi con tanta intensità. Sentiamo forte la presenza anche della
società, sempre pronta ad assecondare le nostre esigenze e a curare ogni singolo dettaglio. Giocare in un
contesto così organizzato è stimolante».
Che rapporti hai instaurato con i compagni di squadra?
«Siamo molto più di una squadra. Ho legato tantissimo con loro anche al di fuori del campo: basti pensare
che passiamo tante serate insieme e ci fermiamo dopo ogni partita per trascorrere altri bei momenti. Proprio i
valori dell’unità e dell’amicizia ci permettono di mettere quel qualcosa in più in campo e di rimanere
compatti nelle difficoltà».
Quali sono le partite più emozionanti che hai disputato?
«Le sfide con Atalanta e Juventus ai tempi degli Allievi Nazionali rimarranno per sempre impresse nella
mente. Contro i bianconeri perdemmo 1-0 e segnò un certo Fagioli, oggi elemento importante della rosa di
Allegri».
A quale giocatore t’ispiri?
«A Federico Dimarco dell’Inter. Per il ruolo e per la struttura fisica mi rivedo in lui e spero nel tempo di
diventare decisivo come lui. All’inizio ero un esterno offensivo, con il trascorrere del tempo gli allenatori mi
hanno trasformato in un laterale sinistro. Mi trovo bene in quel ruolo, ma devo migliorare in fase difensiva:
quando giochiamo a tre in difesa e ho più libertà di spingere sono perfettamente a mio agio».

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