Da portiere ha difeso i pali biancorossi per sedici stagioni vincendo tre volte la Promozione e togliendosi numerose soddisfazioni. Da preparatore dei portieri sta scrivendo da cinque anni una nuova storia appassionante contribuendo alla crescita degli estremi difensori a sua disposizione, senza disdegnare nell’emergenza di scendere in campo, come accaduto nel 2019/2020 in Seconda Categoria e il 12 ottobre scorso in Coppa Marche nella sfida vinta dalla Castelfrettese per 4-1 in casa del Colle 2006. L’anello di congiunzione tra passato e presente si chiama Samuele Gambadori, 47 anni il prossimo 3 dicembre, l’unico reduce della scorsa stagione nello staff tecnico biancorosso completamente rinnovato.

Mister Gambadori, cosa significa per te la Castelfrettese?

«Questi colori li ho appiccicati alla pelle avendoli difesi per tanti anni da portiere e adesso da preparatore. Castelferretti mi ha dato tanto a livello calcistico e avverto l’esigenza di restituire qualcosa. Cerco di trasmettere l’importanza di indossare questa maglia a tutto il gruppo perché sento il dovere di riportare il club ai livelli più consoni alla sua tradizione».

Quali sono le partite più belle vissute con questi colori?

«Ce ne sono diverse, a partire dal debutto in Promozione nella stagione 1993/94: avvenne a Cantiano, ci imponemmo 4-1 e il mister era l’attuale presidente Augusto Bonacci. Alla fine vincemmo il campionato e salimmo in Eccellenza. Emozionante anche il derby di Chiaravalle contro la Biagio Nazzaro nel 1998/99: vincemmo 2-0 e parai due rigori a Pelonara e Pacenti. Anche quel campionato venne coronato dalla promozione in Eccellenza. Indimenticabili infine i playoff d’Eccellenza disputati contro la Civitanovese nel 2009 con Fenucci al timone».

Hai militato solo nella Castelfrettese?

«Ho maturato esperienze anche in società importanti come Maceratese e Jesina. Nella prima vincemmo l’Eccellenza con mister Nocera: mi scelsero come persona, non solo come calciatore e questo aspetto mi gratificò. Coi leoncelli disputai per la prima volta la Serie D grazie al tecnico Amaolo. Ho giocato anche con Real Vallesina, Biagio Nazzaro e Cingolana in Eccellenza e con il Matelica in Promozione. Porto nel cuore ogni avventura che ha contribuito alla mia maturazione tecnica e soprattutto umana».

Quali mister ti hanno insegnato di più?

«Tutti mi hanno lasciato qualcosa, ma quello a cui sarò sempre grato è Maurizio Bachieca che mi ha dato tanto sotto ogni aspetto e mi ha fatto crescere. Non è stato solo un preparatore dei portieri, ma quasi un padre per me. Sono molto legato pure ad Augusto Bonacci, il primo a credere in me lanciandomi in prima squadra».

Hai qualche rimpianto?

«Il mio sogno era quello di arrivare al professionismo, purtroppo non sono riuscito. Ma nel mio percorso mi sono comunque regalato numerose gioie».

Quali sono i compagni più forti con cui hai giocato?

«Ce ne sono diversi. Su tutti metto Mancini, Graciotti, Fida e Vessella: allenarsi e condividere esperienze con elementi di tale caratura è stato avvincente».

Come svolgi il ruolo di preparatore dei portieri?

«Con impegno e professionalità. Ogni anno bisogna migliorarsi e provo a dare questo input ai portieri che la società mi mette a disposizione. Mi piace adottare metodologie diverse che ritengo stimolanti per i muscoli e per la testa».

Come ti trovi con mister Bugari?

«Molto bene, come con gli altri componenti dello staff Principi e Simonetti. Quest’anno la società ha voluto effettuare un salto di qualità a livello organizzativo e strutturale che rispecchia in pieno il mio modo di pensare calcio, avendo frequentato da calciatore categorie superiori. Ci sono tutte le prerogative per far bene».

Categories:

Non ci sono commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *