CASTELFERRETTI La sfida di sabato contro il Borgo Minonna evocherà bei ricordi in Nicola Anconetani
che ritroverà per la prima volta da avversario la squadra dove giocò nella stagione 2019/2020, interrotta dal
Covid, totalizzando 21 presenze e 4 reti. Il 24enne trequartista mancino, arrivato in estate dal Moie
Vallesina, si è inserito alla perfezione negli ingranaggi offensivi dei frogs mostrando una qualità superiore
alla media tanto da propiziare con giocate di classe diverse reti biancorosse. La bravura in campo rispecchia
quella negli studi visto che Anconetani si è laureato nei giorni scorsi a Macerata, presso la facoltà di Scienze
Pedagogiche, con un suntuoso 110 e lode e adesso sta valutando la possibilità di dare ulteriori esami per un
futuro nel contesto scolastico.
Nicola, cosa ti ha lasciato l’avventura al Borgo Minonna?
«È stata una bella esperienza, terminata in anticipo a causa della pandemia. Il campionato venne sospeso a
sette giornate dalla conclusione, quando eravamo terzi a pochi punti da Portuali Ancona e Sampaolese con
cui stavamo dando vita a un gran duello. Chissà come sarebbe finita se si fosse giocato fino alla fine. Fu la
mia prima esperienza in Prima Categoria e trovai un ambiente familiare, dove instaurai ottimi rapporti con la
dirigenza, il tecnico Luchetta e tutti i compagni. Sabato li saluterò con piacere».
Il tuo percorso calcistico parte però dalla Jesina…
«Ho vestito la maglia leoncella per tanti anni, dai Giovanissimi fino alla prima squadra, dove mister Bacci mi
fece esordire sotto età, a 15 anni, nel derby in casa della Fermana. Con Bugari, che ho ritrovato alla
Castelfrettese, e Vagnoni, senza dimenticare Gianangeli e Di Donato, ho invece iniziato a giocare con
continuità togliendomi belle soddisfazioni in Serie D. Sono sempre stato un trequartista, ma da fuoriquota ho
spesso dovuto adattarmi al ruolo di terzino sinistro con esiti apprezzabili».
Qual è il ricordo più bello?
«La vittoria per 1-0 della Jesina contro il San Marino: finì 1-0 e segnai io su punizione. Realizzare il gol
decisivo per la squadra della mia città fu un’emozione indescrivibile».
E quello più brutto?
«Sempre con la Jesina la retrocessione in Eccellenza, avvenuta ai playout. Perdere la categoria per una
società molto importante a livello territoriale come quella biancorossa fu un vero dispiacere. Pur non
giocando più con i leoncelli, sono rimasto un appassionato sostenitore tanto che ogni domenica vado allo
stadio a tifare per loro, in casa e fuori».
Quali altre esperienze hai maturato?
«In seguito ho militato nella Biagio Nazzaro in Eccellenza, dove purtroppo arrivò un’altra retrocessione ai
playout. Dopo Borgo Minonna, la scorsa stagione sono stato prima al Marina in Eccellenza, poi al Moie
Vallesina in Promozione. Conservo ricordi positivi di ogni avventura perché ha contribuito a migliorarmi».
Hai rimpianti per non essere rimasto in Serie D?
«La carriera di ogni giocatore a questi livelli è dettata non solo da aspetti tecnici, ma anche da scelte
professionali o di vita. La strada va costruita giorno dopo giorno e accetto di giocare in Prima Categoria,
campionato sempre difficile da affrontare, specie alla luce dei numerosi elementi di qualità scesi
dall’Eccellenza o dalla Promozione in seguito all’introduzione del terzo under. Sono ancora giovane e posso
sempre meritarmi la risalita».
Quali mister hai apprezzato di più?
«Tutti quelli da cui ho avuto il piacere di essere allenato mi hanno dato qualcosa e sono stati importanti per
la mia crescita di uomo e di giocatore. Da ognuno ho preso la parte positiva».
Cosa ti ha spinto ad accettare la Castelfrettese?
«Il corteggiamento del club del presidente Bonacci, che mi aveva già cercato la scorsa stagione e mi ha fatto
sentire una pedina importante. La presenza di mister Bugari, con il quale avevo mantenuto un ottimo
rapporto dopo l’avventura condivisa alla Jesina, ha fatto il resto. Mi trovo davvero bene con compagni
straordinari e una società molto organizzata sotto ogni profilo, a partire dalle strutture fino alla presenza
costante e alla vicinanza a noi giocatori».
Squadra del cuore e giocatore preferito?
«Sono milanista e stimo Leao perché ha sempre il sorriso quando gioca. Lo stesso spirito che ho io quando
scendo in campo».

Daniele Tittarelli

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