CASTELFERRETTI Piedi buoni, abbinati a corsa e tanto agonismo. Uno degli elementi di prospettiva della Castelfrettese è Mattia Cornacchia, classe 2003 arrivato a luglio dal Marina, che sta ritagliandosi spazi significativi in un centrocampo ricco di esperienza e qualità.

Mattia, come stai in biancorosso?

«Sono contento della scelta effettuata in estate perché ho trovato un ambiente ottimo sotto tutti i punti di vista. A inizio stagione qualche contrattempo fisico mi ha impedito di acquisire continuità, ma ora sto bene e sento di poter dare un contributo prezioso alla causa. Mi sto impegnando al massimo per sfruttare ogni occasione che mi viene concessa».

Qual è il tuo giudizio sulla Castelfrettese?

«La società è sempre attenta e vicina alle nostre esigenze. Mister Bugari e i suoi collaboratori Simonetti, Principi, Gambadori e Bachieca sono molto preparati e durante la settimana non sembra di essere in Prima Categoria per organizzazione, metodologie e intensità degli allenamenti. Il gruppo è ottimo, mi fa star bene e mi aiuta a crescere: ci sono tutti i presupposti per centrare traguardi importanti».

In precedenza dove hai militato?

«Nelle giovanili cambiai diverse squadre, iniziando dalla Falconarese e proseguendo con Palombina, Giovane Ancona, Castelfrettese e Jesina. A Marina disputai la Juniores Regionale e venni aggregato alla prima squadra, dove collezionai con mister Mariani qualche panchina in Eccellenza. A dicembre della scorsa stagione venni girato in prestito al Palombina in Seconda Categoria, dove giocai il mio primo vero campionato coi grandi. Fu un’esperienza significativa perché ci qualificammo ai playoff con un gruppo molto giovane».

Quali allenatori ti hanno lasciato di più?

«Su tutti Alberto Catani, che ci ha tragicamente lasciato la scorsa estate. Non dimenticherò mai le doti umane e il modo che aveva di rapportarsi con noi ragazzi. Ricordo con piacere Giuseppe Brutti alla Giovane Ancona e Claudio De Falco alla Castelfrettese che hanno migliorato le mie caratteristiche. Devo tanto anche a Cristiano Cristiani che mi buttò subito dentro al mio arrivo al Palombina inserendomi nel mondo dei grandi e aiutandomi a crescere sotto gli aspetti dell’agonismo e dell’intensità».

Quanti gol hai segnato nel tuo percorso?

«Nelle giovanili tanti perché giocavo in attacco. In prima squadra uno solo con la maglia del Palombina nel match contro l’Aurora Jesi, terminato 1-1 all’ultimo secondo. La scorsa stagione disputai anche la mia gara più bella nella tana dell’Esanatoglia: finì pure quella 1-1 e mettemmo in grande difficoltà un avversario che alla fine ottenne la promozione in Prima Categoria».

Cosa fai nella vita di tutti i giorni e a chi ti ispiri come calciatore?

«Sono al primo anno di Economia e Commercio e da tifoso juventino non posso che citare Claudio Marchisio per le doti tecniche e l’eleganza dentro e fuori dal campo».

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