CASTELFERRETTI Non giocava in campionato da nove mesi a causa di un grave infortunio al ginocchio,
segnare gol non rappresenta la sua specialità, eppure ha impiegato 5 minuti per battere il portiere rivale.
Peccato che al 25’ si sia beccato un ingenuo cartellino rosso dopo un rigore sbagliato dagli avversari
lasciando i compagni in inferiorità numerica per 30 minuti, compensata a inizio ripresa dall’espulsione del
portiere degli jesini Morresi. Contro il Borgo Minonna è stato un ritorno in campo ricco di emozioni per
l’esperto Matteo Baldelli (34 anni il 27 dicembre), da quattro stagioni perno difensivo della Castelfrettese,
passato in 20 minuti dall’altare alla polvere.
Matteo, come hai vissuto questi nove mesi lontano dal rettangolo verde?
«Come un leone in gabbia: solo la mia compagna Melissa sa quanto ho lottato perché il calcio è vita per me.
Ero assente dal 6 marzo, quando mi infortunai al ginocchio contro il Chiaravalle, e ho lavorato sodo per
tornare in campo a sei mesi dall’operazione. Quando ho segnato ho provato una gioia incontenibile. Peccato
che abbia rovinato tutto con l’espulsione. Ho sbagliato, chiedo scusa a compagni, mister e dirigenti, ma a
mio avviso il provvedimento è stato esagerato. In campo se ne sentono di tutti i colori e sarebbe bastato il
cartellino giallo. Ciò non toglie che un giocatore esperto non può cadere in tali errori».
Quante espulsioni hai rimediato in carriera?
«È la prima per rosso diretto e proprio questo mi fa arrabbiare. Non sono mai stato un giocatore scorretto e
non è nella mia indole perdere la calma in campo. Mi servirà da lezione».
E quanti gol hai siglato?
«Non tanti, meno di trenta. Nei primi anni giocavo da esterno offensivo e avevo più occasioni per segnare.
Con il tempo gli allenatori mi hanno arretrato prima a laterale di centrocampo, poi di difesa e infine, dalla
scorsa stagione, a centrale».
Quali allenatori ti hanno lasciato di più?
«Da tutti ho preso qualcosa, a partire da Glauco Simonetti che mi fece debuttare in Eccellenza nel 2006, a 16
anni, con la Vigor Senigallia. Ricordo volentieri Marco Mengucci, che mi ha insegnato tantissimo a livello
tattico, Fefi Goldoni, con il quale ho vissuto una bella esperienza al Miciulli Senigallia, e Lorenzo Togni, che
ho ritrovato per un triennio alla Castelfrettese dopo la positiva avventura a Ostra Vetere».
E in quali squadre ti sei trovato meglio?
«Al Miciulli, dove ho contribuito alla scalata dalla Terza alla Prima Categoria, e al Montemarciano, società
seria e organizzata composta da gente fantastica. Da quattro anni sto splendidamente alla Castelfrettese, dove
avverto la stima incondizionata del presidente Augusto Bonacci, di Marco Principi e di tutti gli altri dirigenti
che mi sono sempre stati vicino, soprattutto nel momento dell’infortunio. Sento forte il dovere di ripagare sul
campo questa fiducia».
Chi sono i compagni più forti con cui hai giocato?
«Simone Bellagamba, giocatori di immensa tecnica e dalle qualità umane uniche. E Andrea Bertozzini,
difensore completo, una vera forza della natura».
In 16 anni di carriera scegli le due partite più belle…
«La salvezza ai playout di Eccellenza con la Vigor Senigallia nel 2006: battemmo la Falco Acqualagna sul
neutro di Fano. E il blitz a Fabriano, contro la Fortitudo, ottenuto con il Montemarciano nel 2016: anche
quella era una gara secca di playout e centrammo una salvezza esaltante. Ho conquistato anche quattro
promozioni: due con il Miciulli dalla Terza alla Prima Categoria, una con l’Ostra Vetere e una con la
Castelfrettese, entrambe dalla Seconda alla Prima».
Squadra e giocatore del cuore?
«Tifo Inter e conservo nel portafoglio la figurina di Roberto Baggio, un santino calcistico per me».
Cosa rappresenta per te la Castelfrettese?
«Dopo le bandiere Fratesi e Quercetti, sento i colori biancorossi incollati alla pelle e voglio trasmettere senso
di appartenenza ai compagni. Abbiamo uno staff tecnico eccellente. Ho ritrovato con piacere Glauco
Simonetti, preparatore atletico che fa lavorare tanto ma sempre con il sorriso. Ho scoperto Yuri Bugari,
mister competente che non lascia nulla al caso e prepara le partite alla perfezione in base alle caratteristiche
dell’avversario. Insieme a lui lavorano altri due tecnici molto preparati come Mattia Principi e Samuele
Gambadori. Disponiamo di una rosa molto competitiva e siamo molto uniti. Le vittorie mancano da quasi un
mese e, proprio in questo momento, dobbiamo dimostrare di avere anche gli attributi oltre a essere forti.

Dobbiamo tutti tirare fuori quel qualcosa in più».

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