CASTELFERRETTI Calciatore, rapper, tuttofare nella pizzeria di famiglia e laureando. È variegato il
raggio d’azione di Federico Tomassini, alla prima stagione con la Castelfrettese, dove si è subito ritagliato
uno spazio da protagonista prima di essere stoppato da un infortunio al ginocchio. Dopo tre mesi e mezzo
fuori dal rettangolo verde, sabato il 25enne difensore è tornato in campo contribuendo al successo sul Colle
2006 che ha consolidato il secondo posto dei biancorossi.
Federico, cos’hai provato nell’indossare di nuovo la maglia da titolare?
«Una bella sensazione perché mi pesava stare fuori e non poter dare un contributo ai compagni. Avevo
iniziato bene il campionato, come la squadra, in grado di conquistare la vetta con sei vittorie nelle prime otto
giornate. Nel momento migliore ho accusato un problema al ginocchio che mi ha costretto a un lungo
percorso di recupero».
Cosa ti ha spinto in estate ad accettare la proposta la Castelfrettese?
«La voglia di rimettermi in gioco. Ho subito percepito l’ambizione del presidente Bonacci e del resto della
dirigenza di puntare a un campionato di vertice e non potevo certo lasciarmi sfuggire l’occasione. Sono felice
della scelta fatta perché ho trovato una società seria e sempre vicina alle esigenze di noi giocatori».
E con lo staff tecnico come ti trovi?
«Mister Bugari insieme al vice Principi, al prof Simonetti e ai preparatori dei portieri Gambadori e Bachieca
hanno creato un gruppo di lavoro organizzato ai massimi livelli. Ci alleniamo con intensità e in modo
professionale: non sembra di stare in Prima Categoria».
Conoscevi già i compagni?
«Con Marini, Rosi e Paniconi avevo giocato a Marotta, con Baldelli a Montemarciano, con Tommaso
Mazzarini ci frequentavamo fuori dal campo. Con tutti gli altri è stato semplice integrarsi. Abbiamo creato
un gruppo fantastico che ama frequentarsi e stare insieme anche dopo le partite».
Raccontaci le tue avventure calcistiche…
«Ho mosso i primi passi nel vivaio dell’Olimpia Marzocca e sono cresciuto nella Vigor Senigallia dove sono
arrivato in prima squadra, debuttando grazie a mister Antonello Mancini nella Coppa d’Eccellenza contro il
Loreto. In seguito ho sempre giocato in Prima Categoria con Borghetto, Montemarciano, Marotta e
Laurentina, oltre a una stagione in Seconda con le Terre del Lacrima».
Quali allenatori ti hanno lasciato di più?
«Gianfranco Giancamilli e Andrea Profili. Il primo, che ha lasciato tra l’altro ricordi importanti qui alla
Castelfrettese, mi lanciò a 17 anni col Borghetto dandomi notevole fiducia. Col secondo condivisi belle
stagioni al Montemarciano, dove sono migliorato notevolmente. Non dimentico nemmeno tutti gli istruttori
del settore giovanile della Vigor che mi hanno insegnato tanto».
Quali sono le stagioni che ricordi con maggior piacere?
«Quelle al Montemarciano, dove disputammo ottimi campionati mancando i playoff per un soffio. Cito con
piacere anche quella alle Terre del Lacrima. Dopo la lunga inattività dovuta alla pandemia, vivevo un
momento in cui non stavo pensando al calcio, ma la chiamata del direttore Fausto Scarponi ha riacceso in me
l’entusiasmo per il calcio. Mi sono trovato davvero bene».
Il calcio scorre nelle vene della tua famiglia…
«Ho un fratello minore, Alessandro, che gioca nel Fano in Serie D dopo aver maturato significative
esperienze con Anconitana, Jesina e Fano. Nostro padre Gianluca e nostra madre Antonella ci seguono
sempre, ma il primo tifoso è nonno Rolando che non manca mai, in casa e fuori. A inizio stagione, quando ci
accordiamo con le società, il nostro primo pensiero è chiedere un abbonamento per lui. Finora è riuscito a
sdoppiarsi perché abbiamo sempre giocato in giorni differenti, ma domenica è combattuto e non sa quale
partita andare a vedere tra Fano-Matese e Filottranese-Castelfrettese».
E la passione per la musica da dove nasce?
«Come per il calcio, gli esempi sono mio padre e mio nonno, entrambi laureati in conservatorio. Mi diletto a
fare il rapper sotto il nome di Fedeless e a breve uscirà il nuovo singolo. Sono anche presidente
dell’associazione Casa della Grancetta Aps, dove ci ritroviamo con gli altri componenti del gruppo per
provare e comporre testi».
Oltre al calcio e al rap c’è di più…
«Sì perché sto per laurearmi in Management della sostenibilità e lavoro nella pizzeria di famiglia, lo Sloppy
Joe di Marzocca. Ho tanti impegni che non mi pesano. Cerco di portarli avanti col massimo della serietà».

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