Aneddoti e piccole storie

( tratto da “I vecchi di una volta parlavano cosi” scritto da Sirio Sebastianelli).

MILIA E CILE’

Siamo a Castelferretti, nel 1929.E’ pieno inverno. Montedomini e le campagne sono coperte di neve.I ragazzi mettono le “trappole” per acchiappare qualche passero, per lo più pettirossi (tutte penne).Le donne sferruzzano in casa, intorno al fogo, con le mani e le gambe piene di buganze (geloni per il passaggio della pelle dal freddo al caldo).

I muratori stanno davanti a Baltrumè (lo spaccio, ovvero la rivendita di alimentari e tabacchi), imbacuccati con le mantelle grigio-verdi della prima guerra mondiale. Parlottano fra di loro, bofonchiando mezze parole,… miseria,… crisi: “ a quello el mandene via de casa perché non paga el nolo (l’affitto) “   “ è morta cosa, la sorella de coso, quello che sta su per via Santa Maria”  “ mi moje ha cumprato la farina zalla…”.

E si passano qualche mezzo sigaro, spesso comprato a buffo da Emma de Baltrumè (allo spaccio).

Nostro padre è fortunato. C’ha la moje che lavora in manifattura. C’ha i soldi per i “romanini” (sigari).

Fuma, ma pogo e quasi sempre a casa per non da’ sull’occhio e per nun fa de gozze (invidia) aj altri. La miseria è nera.

Nei fugaroni se brugiane i gambulozzi, zeppi de furbicette, puzzolenti,fanne un fumo fitto che te strozza.

La scena si svolge a casa de Cilè de Barigello, giù pe la Franca.

Lù sta intorno al fogo, sa la moje,Milia.

Silenzio profondo. La cannella della pipa in bocca, Cilè dice finalmente qualche parola…Che or’è? Cu fai oggi pe sti fioli?

Lia nun risponde. Alza le spalle. Cilè (un omo altissimo, con un occhio solo, l’altro, bruciato dalla calce viva, è bendato di nero), capisce l’antifuna: “si nun se fadiga cu ho da fa? Semo tutti a spasso….”

“In America brugene el grà ‘n te le lucomotive..e pure el caffè. Chi da no’ ce fanne murì de fame…”

Milia: (sospirando e alzando gli occhi dalla calzetta)  “ oh! Poro cojon, cu hai paura… fadigarai e magneremo”

Milia è iperattiva. Cilè tace. I castelfrettesi vanne avanti cuscì per mesi e mesi.

Po’ arriva el terremoto del 30 ottobre 1930 che distrugge gran parte della vecchia Senigaja e parecchie case de Ancona.

El giorno dopo i muratori davanti a Baltrumè enne spariti.

C’è el lavoro per tutti.

Così Castelferretti superò la grande crisi mondiale del 1929. E trovò lavoro anche Cilè de Barigello, che faceva el calcinaro sa la zappa, come Ruroni.

A la domenica dopo avemo magnato tutti i maccaroni sa le salcicce.

Sirio Sebastianelli  ( 1925- 2005) a cui il Comune di Falconara Marittima ha dedicato una via, ha vissuto e lavorato tra Roma e Castelferretti. E’ stato giornalista professionista, redattore e capo servizio dell’ Unità ed ha collaborato con varie pubblicazioni del movimento operaio e democratico oltre a varie pubblicazioni.

Ha pubblicato tre libri sul sesto centenario del suo paese.

I disegni sono tratti presi dal libro e sono stati realizzati da Mario Pesarini, famoso pittore castelfrettese che ha affrescato numerose chiese.In questo sopra è ritratto lui stesso che da bambino si cimentava nel disegno in strada con la chiesa di S.Andrea sullo sfondo che ha affrescato ( San Giuseppe falegname a destra dell’ingresso lato monte).Nell’altro disegno è ritratto Lo scopino Damo de Brunella con l’asino “Aio”.

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